Come andò veramente la prima missione umana sulla Luna? Tutto quello che avreste voluto sapere e non avete mai osato chiedere.... Ora viene svelato!
venerdì 28 settembre 2012
SAV e sangue freddo, molto freddo...
Le coordinate di allunaggio erano state impostate dal centro di controllo, prima della partenza dalla Terra, direttamente sul computer di bordo della navetta Sparrow.
I dispositivi elettronici dell'epoca avevano una potenza di calcolo davvero irrisoria se paragonata ai
comuni telefoni cellulari che oggi tutti noi disponiamo ma, la preparazione tecnica degli operatori a Terra e, soprattutto, le conoscenze e capacità degli astronauti della missione Goodmooning! riuscivano ampiamente a colmare i limiti di quelle apparecchiature.
Nonostante i numerosi calcoli effettuati durante la fase preparatoria della missione, poco prima di dare inizio alla procedura di discesa, furono necessarie diverse correzioni di rotta a causa delle avverse condizioni atmosferiche presenti nell'area di allunaggio il 1 aprile 1969.
Un fortissimo vento solare costrinse il modulo Sparrow a forzare i motori per mantenere la corretta traiettoria di avvicinamento. I tecnici a Terra e gli astronauti si tennero in contatto per cercare di compensare gli errori di rotta, in tempi sempre più rapidi. La fase di allunaggio poteva essere compromessa se le folate di vento solare avessero spinto la Sparrow solo pochi metri fuori dall'obiettivo.
Nonostante questo imprevisto, grazie alla prontezza di quegli uomini, al loro sangue freddo e al lungo addestramento ricevuto, riuscirono ad allunare indenni.
Abbiamo avuto modo (vedi il report di missione classificato "La lunga discesa") di riportare alcuni dettagli relativi alla discesa sul suolo lunare eseguita da John Doe.
Ciò che ancora non sapete è come furono affrontati quei primi momenti, da solo, su quel suolo apparentemente desolato.
Il luogo dell'allunaggio della navetta Sparrow era esposto a nord e questo, date le particolari condizioni meteo, non agevolò le operazioni di esplorazione e del successivo allestimento del campo base della missione.
La prima fase di ricognizione, che prevedeva la verifica dell'area e messa in sicurezza del modulo, era stata assegnata a John. Nonostante le condizioni climatiche avverse, stoicamente, riuscì a portarla egregiamente a termine.
John aveva con sé alcune ASEA (Attrezzature Speciali Estremamente Avanzate). Dopo i primi passi compiuti faticosamente, spinto dal vento solare sempre più forte, decise di avvalersi di uno di questi dispositivi nel modo che lui ritenne più congeniale.
La foto qui riprodotta documenta quel drammatico momento in cui John estrasse il suo ASEA per proteggersi da quel fastidiosissimo vento solare. Nei diari di missione è riportato che John, comunicando col centro missione a Terra, esclamò: "Houston, I have a problem!", seguito poi da un prolungato: "Brrrrr!" che a Terra fu interpretato come un disturbo di trasmissione.
John proseguì come da programma perlustrando la zona e ispezionando lo scafo della Sparrow per verificare la presenza di eventuali danni. Grazie anche a quel particolare equipaggiamento, classificato "SAV, Sciarpa Anti Vento", John riuscì a resistere alla furia di quel vento solare e a portare egregiamente a termine il suo compito.
Dai diari di missione GoodMooning!
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