Durante le fasi di esplorazione del
suolo lunare, l'astronauta John Doe ebbe l'incarico di perlustrare
una zona in particolare, dietro ad un promontorio.
Mentre si avvicinava, John si rese conto che dalla cresta del promontorio si
diffondeva un bagliore luminoso intermittente.
Cambiava la luminosità ad intervalli
regolari. Più intensa e meno intensa, più intensa e meno...
Con l'avvicinarsi alla cima questo effetto aumentava.
Arrivato nel punto più in alto,
davanti a lui si aprì un altipiano, denominato in seguito “Tortilla
Flat”, zona che poi fu scelta l'11 dicembre del 1972 per
far atterrare la missione Apollo 17 (non a caso).
Lo stupore fu grandissimo nel vedere a
poche centinaia di metri da lui un'installazione artificiale, fonte,
oltretutto, di quel bagliore luminoso intermittente.
Un grosso cartello luminoso circondato
da un perimetro di luci, accoglieva al suo interno la seguente frase
“Alien's Burger – Drive In”.
Vista anche l'ora di pranzo, John si
diresse verso l'installazione che prometteva di poter offrire
prelibatezze esotiche.
L'emozione per la scoperta fu tale e
tanta che una volta acquistati i famosissimi prodotti alieni John si
trovò innanzi ad un dilemma sconcertante. Fu qui che pronunciò la
famosa frase “Houston I have a problem!”.
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