venerdì 14 settembre 2012

Un posto da sogno


Ore 20:35 del 2 aprile 1969, John Doe si stava preparando per il rientro al modulo lunare Sparrow alla fine di una giornata di lavoro molto intensa.
Si trovava a circa un chilometro di distanza dall'obiettivo. Aveva appena finito di comunicare alla base che sarebbe rientrato, quando percepì in cuffia un suono inusuale. Era abituato a sentire le voci dei suoi colleghi provenienti dalla Sparrow o di quelle dei tecnici dal centro di controllo spaziale sulla Terra, generalmente alternati a crepitii, fruscii, bip e suoni di disturbi di frequenze radio che si frapponevano durante le conversazioni. Adesso però John stava udendo qualcosa di diverso, una melodia, musica. La sentiva in cuffia, quindi non poteva capire da dove provenisse. Provò a ruotare su se stesso un paio di volte, compiendo giri completi e lenti per vedere se riusciva a scorgere qualcosa in grado di produrre quelle note. Guardò ovunque e soprattutto verso l'orizzonte e ad un certo momento gli parve, dietro la cresta di un cratere lunare, di scorgere un bagliore.

Questo episodio è ben documentato sui diari di missione GoodMooning!, difatti, dai documenti in nostro possesso, si legge chiaramente che John, scorgendo quelle luci in lontananza, pensò di intravedere nuovamente il già noto Alien's Burger, di cui il rapporto di missione classificato “L'inaspettata scoperta. Vita aliena sulla Luna? Possibili tracce...” ne parla ampiamente. Memore di quel fatto John verificò le coordinate ma si rese conto che non poteva essere quel luogo. Era troppo lontano rispetto alla posizione da lui annotata nel suddetto rapporto.

Decise di andare a verificare. Dopotutto, tra la sua posizione e la cima della cresta del cratere lunare lo separavano circa duecento metri. Si incamminò e percorse, ballonzolando, tutta la distanza. Mentre avanzava il suono si faceva più nitido. Era proprio musica ed era sicuro che provenisse dalle direzione verso cui si stava dirigendo.
Alle 20:58 John raggiunse l'obiettivo e con stupore poté vedere e udire ciò che stava producendo luci e musica.

Si trovava di fronte ad un “Luna Park”.

Davanti a sé poteva ammirare uno skyline in controluce composto da montagne russe e giostre in movimento disegnate sullo sfondo scuro dello spazio dai fasci di luce colorata.
Non si lasciò ammutolire per lo stupore; dopotutto, l'addestramento da astronauta gli consentiva di gestire anche le situazioni più estreme.

Nel rapporto medico di quella missione è annotato che John rimase “moderatamente stupito”.

John comunicò al centro di controllo terrestre, con tono molto professionale, la seguente frase: “Houston I have a problem!”. Poi spiegò quanto aveva visto e, da Terra, gli risposero impartendogli un ordine.
Le parole non gli giunsero chiaramente. La musica e il crepitio della radio erano piuttosto invadenti e non capì bene quello che gli era stato detto. Restò nel dubbio tra “ma va a farti un giro!” inteso come: “non dire sciocchezze”, oppure: “vai a fare un giro!” inteso come: “vai ed effettua una ricognizione dell'area”, oppure, in ultima analisi: “vai e fatti un giro!”, inteso come un invito a salire sulle giostre e trascorrere una serata in allegria, autorizzato da Terra.



Quest'ultima parte del rapporto “Un posto da sogno” è diventata motivo di accese discussioni tra gli esperti che si occupano oggi di studiare i documenti della missione GoodMooning! Taluni affermano che John scartò la prima ipotesi propendendo per la seconda. Altri sono fermamente convinti che John decise per la seconda escludendo a priori la terza. A nessuno è chiaro cosa fece realmente John. Ciò che sappiamo è che al rientro sulla Terra, tra gli oggetti personali di John, fu trovato un elemento di prova che riteniamo non lasci più alcun dubbio, tranne che per qualche scienziato che afferma ancora che si tratti di un depistaggio dei servizi segreti. Noi abbiamo la foto, fino ad ora classificata “top secret”, che ritrae questo reperto. 

Foto Reperto #1

Non spetta a noi giudicare. In futuro capiremo meglio cosa accadde quella sera in quel posto da sogno. 

Dal diario di missione GoodMooning!


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